Zerba (Zèrba in dialetto piacentino[2]) è un comune italiano di 94 abitanti della provincia di Piacenza, il più piccolo ed il più occidentale della Regione Emilia-Romagna.
Il territorio comunale comprende tutto il versante settentrionale della val Boreca, dalla sorgente dell'omonimo torrente ad ovest, prossima al confine col Piemonte, sino al fiume Trebbia ad est. Fa eccezione una "propaggine" verso nord, che infiltrandosi nell'alta valle Staffora comprende la piccola frazione di Samboneto.
Oltre la cittadina consta di numerose frazioni sparse ed alcune molto popolate specie nei fine settimana e nel periodo estivo.
Una leggenda lega la fondazione del paese ad un gruppo di disertori cartaginesi che abbandonarono l'esercito di Annibale nel 218 a.C., ai tempi della Battaglia della Trebbia. Si dice che, per orientarsi, Annibale sia dovuto salire sul monte Lesima, un'antica mulattiera è ancora chiamata strada di Annibale. In base a ciò, la tradizione vorrebbe che il toponimo derivasse, o comunque avesse la stessa origine, di quello dell'isola nordafricana Djerba. Più probabilmente deriva da gerbo, ossia terreno coperto di sterpaglie, terreno incolto.
Il territorio dopo la conquista romana passa ai Longobardi ed al governo della potente Abbazia di San Colombano di Bobbio fondata nel 614 da San Colombano ed al successivo feudo monastico[3] e dopo il 1000 alla grande contea vescovile di Bobbio. Attualmente al santo irlandese vi una chiesa a lui dedicata nella frazione di Vesimo.
Come molti territori attigui fu poi concessa da Federico Barbarossa ai Malaspina nel 1164. Passò nel XIII secolo nel Marchesato di Pregola, nel XIV alle famiglie Pinotti e Pozzi, per tornare nel 1404 ai Malaspina fino alla soppressione napoleonica del feudalesimo.
Nel 1801 il territorio è annesso assieme alla Liguria alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1814 gli ex territori del contado di Ottone sono inseriti nella Provincia di Bobbio. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passa dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel Circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia e quindi della Lombardia. Nel 1923, smembrato il circondario di Bobbio, passa alla provincia di Piacenza e quindi all'Emilia-Romagna.
Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.
(Fonte: Wikipedia)
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